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ARM n. 161 |
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Prezzo:
€12.00
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SPECIALE RADIO-RAVALICO Pag. 6 STORY
Pag. 18 RADIO A TRANSISTOR ITALIANE: TEDAS
Pag. 22 ARYSTOPHONE RADIO MOD. 44
Pag. 24 SAFAR MOD. 533 - Un prezioso contributo Pag. 26 PERSONAGGI
Pag. 30 TOP RADIO
Pag. 36 RADIO MINERVA E IL MOD. 473-1 “ASSO”
Pag. 44 PYE MODELLO Q.AC2 - Popolare con pedigree
Pag. 48 BAMBINO PRINCESS
Pag. 50 SURPLUS MILITARE
Pag. 54 CGE MOD. CELESTION
Pag. 60 RADIOCURIOSITÀ
EDITORIALE ARM 161 Per amore del lavoro È tempo di “editoriale”. Come spesso capita prendo spunto dalla quotidianità rapportandola a tempi ormai lontani nella memoria di tutti noi. È solo di un paio di giorni fa la commemorazione, ormai divenuta storica, del 1o maggio “Festa dei lavoratori”. Sventolii di bandiere, proclamazione di slogan, canzoni, comizi oceanici… sono le immagini che ancora colpiscono i nostri sensi. Si! Bello… bello, ma esiste ancora un senso a tutto questo? Sono passati i decenni si sono alternati i leader delle varie correnti… ma sembra che tutto sia rimasto fossilizzato, mentre tutto sta cambiando in modo repentino e profondo. Assistiamo ancora alle rievocazioni di un passato dal quale non è stato colto l’insegnamento. Voglio ricordare un esposto di circa 2500 anni fa, se veramente volessimo guardare al passato e trarne l’insegnamento; Confucio pare abbia detto: “Fa il lavoro che ami e non lavorerai mai nella tua vita”. Questa affermazione esclude decisamente ogni velleitarismo professionale tanto in auge ai giorni nostri. Altro che “diritto al lavoro”. Durante questo periodo di occupazione variamente “sospesa” con le prospettive che abbiamo davanti, il lavoro è un lusso, un diritto che per molti è già venuto a mancare e che mancherà a meno che non si attui una radicale inversione ideologica nei confronti del lavoro e di conseguenza al sistema di vita. A mio avviso l’interrogativo che abbiamo tralasciato di porre seriamente alle “future genti” (forse per comodità dei tempi che viviamo) è: “Cosa vuoi fare da grande?”. Una domanda, alla quale chi si propone oggi al mondo del lavoro e che si apre alla vita non è stato preparato a rispondere. Per rispondere in maniera adeguata a questo responso dobbiamo realizzare in primis una precisa conoscenza di sé attraverso lo studio e l’attitudine alla responsabilità. Il solo modo per coltivare le inclinazioni, realizzare i propri talenti, e amare profondamente il proprio lavoro conseguenza di una scelta precisa. Il lavoro non può essere considerato un parcheggio a ore da cui fuggire non appena suona la campanella. Tutte cose che noi della vecchia guardia conosciamo ma l’evoluzione dei tempi ha coinvolto anche noi. Abbiamo saputo sognare e avviare professioni e attività fantastiche, dedicarci con passione al lavoro, (fra l’altro costituire collezioni uniche…). Abbiamo amato appassionatamente tutto ciò che abbiamo fatto ma, travolti dalla propaganda non siamo riusciti a trasmettere questi valori ai giovani. Come si spiega altrimenti che tutto ciò si stia inabissando come un fiume carsico? Voglio chiudere in metafora con la speranza che come questo fiume tutto riemerga limpido e impetuoso, foriero di una nuova epoca.
Mosè Battocchio Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
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