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ARM n. 170 |
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Prezzo:
€12.00
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pag. 6 La Radio in Italia nel secondo dopoguerra
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EDITORIALE ARM 170 Salviamo il Natale (e non solo). Fedeli alle millenarie tradizioni, oltre che a una certa educazione rispettosa dei rapporti fondamentali del proprio ambiente culturale, come da trenta anni, in questo numero di ARM, che anticipa le celebrazioni natalizie, viene dedicato uno spazio allo scambio dei consueti auguri di pace e di serenità. Due termini che dati gli attuali eventi potrebbero risultare anacronistici, se non addirittura ironici, non soltanto per le guerre e i contrasti sociali che tormentano il pianeta, ma per la consapevolezza, di quelli che, come io/noi, si trovano a transitare questo tempo di profondi cambiamenti. Rispolvero nella mente convinzioni antiche. Occorre comprendere, accettare e praticare una grande verità, che sta alla base della vita in tutte le sue manifestazioni: quella della unicità nella diversità. Da tempo, i burocrati della lingua, costituiti in una commissione parlamentare europea, sono incaricati sulla definizione delle linee guida per mettere a punto “una comunicazione inclusiva”. La commissione è da tempo al lavoro per la definizione di un documento, attraverso il quale garantire il diritto di ogni persona a essere trattata in maniera uguale. L’ossessione per l’inclusione finisce per negare a ognuno la possibilità di manifestare la propria diversità, trasformando il concetto di inclusione nella miopia della cancellazione. Le prime indicazioni della commissione stanno facendo discutere a causa delle proposte di introdurre il divieto dell’utilizzo di determinate parole e/o espressioni, quali ad esempio il termine Natale, i nomi cristiani come: Maria, Giuseppe, Giovanni… Le proposte della commissione non si fermano ovviamente al Natale e alla penalizzazione nei confronti della religione cristiana, ma abbracciano a tutto tondo ogni ambito della società a fondamento culturale occidentale, si tratta, a mio avviso di “cancel culture” (cancellazione della cultura). È stato detto: “Chi non sa da dove viene, non sa dove va, perché non sa dove si trova” che è come dire: “non si può essere attuali, gente del proprio tempo, se non si conosce il proprio passato”. Le proposte della commissione europea, presentate in prima istanza, sono state respinte. Si tratta di un piccolo, ma significativo passo per evitare (almeno per il momento) che l’Ue, in nome del politicamente corretto, cancelli le nostre tradizioni e la nostra identità culturale. Si rende, perciò, indispensabile un impegno diffuso per un nuovo rinascimento capace di imprimere all’Europa, realmente unita, orgogliosa delle proprie radici e della propria identità a partire dalla celebrazione del Santo Natale. Consapevoli dei cambiamenti che l’evoluzione socioculturale porta naturalmente con sé, a nome mio personale e di tutta la Redazione, auguro a tutti un lieto e sereno Natale, tradizionale simbolo di rinascita e di rinnovamento. Mosè Battocchio Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
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