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ARM n. 171 |
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Prezzo:
€12.00
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pag. 6
pag. 14 pag. 18 pag. 20 pag. 26
pag. 29 ONDEGGIANDO
pag. 30 IL PICCOLO INVENTORE
pag. 32
pag. 42
pag. 50 pag. 52
pag. 60 RADIOCURIOSITÀ
EDITORIALE ARM 171 Addio alle Onde Medie. Credo, sia voi che io abbiamo avuto modo di verificare sulla nostra pelle le evoluzioni scientifiche, le quali a partire dalla seconda metà dell’Ottocento presero il via a ritmi sempre più incalzanti del progresso tecnologico. Negli ultimi settanta/ottanta anni, poi, nell’immediato secondo dopoguerra, abbiamo avuto il boom economico, l’incremento demografico mondiale, dove in meno di cento anni la popolazione mondiale è passata da uno a 8 miliardi, le aperture sociali, la caduta di quelli che furono definiti i tabù morali e sociali, l’industrializzazione, la conseguente prosperità economica collettiva e quanto altro che conosciamo bene. Tutto questo ci fu solerte compagnia nella trasformazione globale che oggi ci presenta il conto. Non voglio essere frainteso, non sono assolutamente contrario al progresso, né alle evoluzioni della tecnologia, anzi, non possiamo assolutamente negare che questo non abbia migliorato, per certi aspetti e in certe parti del mondo, la qualità della vita. Dico soltanto, che ogni cosa che vale deve maturare nell’arco del tempo in armonia con ciò che ci circonda, secondo il ritmo dell’universo. I cambiamenti, l’evoluzione la crescita… sono parte del DNA stesso del cosmo. Tutto è in cammino verso la perfezione, attraverso millenni, milioni, miliardi di anni. Parafrasando Pirandello: “Questa macchina è stata costruita per durare. Sono la cupidigia, l’orgoglio, il mettersi in competizione con Dio… a corrompere ciò che è stato così meravigliosamente creato”. Da oltre 44 anni mi dedico, con costanza e passione, alla coltura del bonsai. Questo mi ha fatto entrare in un rapporto speciale con il regno vegetale e di conseguenza con gli altri regni (minerale e animale) facendomi scoprire un sistema di vita generalizzato che non potevo immaginare esistesse e che ha migliorato il mio rapporto con la natura. La sperimentazione e la ricerca in campo internazionale stanno acquisendo determinate conoscenze, ciò nonostante, la gestione di questi apprendimenti da parte della società globalizzata è orientata a perseguire in particolare interessi di ordine economico speculativo. In questo contesto potrebbe essere inquadrato anche ciò che sta succedendo in RAI, la quale recentemente ha spento anche le onde medie. Come era uso ricordare il signor Brion, fondatore della celebre Brionvega: “A volte il meglio è nemico del bene”. Il proverbio evidenzia come ricercando la perfezione si rischia di ottenere l’opposto del risultato sperato. Infatti, la direzione RAI, spegnendo i trasmettitori in onde medie, sembra non aver tenuto assolutamente in considerazione tutto quel mondo di radio-amatori, radio-ascoltatori, radio-collezionisti, ecc. i quali rappresentano la memoria storica di una rivoluzione che nel settore delle comunicazioni sono di fondamentale importanza. Si sarebbe auspicato almeno la sensibilità di aver atteso il 2024, al compimento del centesimo anniversario dalla prima trasmissione. Per quanto riguarda la preoccupazione insorta nei collezionisti di radio d’epoca, i quali si vedono ammutolire i loro cimeli, sono però, portato a credere che l’amore e la passione per i nostri apparecchi ci condurrà presto ad architettare delle soluzioni alternative e che le nostre tanto care radio continueranno a “vivere”. Una dimostrazione di quello che sostengo viene riportato nelle pagine 30 e 31 di questo stesso numero, nelle quali viene presentato l’Olifante 9.0 realizzato ad opera di Aristide Canè. Ma ritengo che ognuno, data, l’esperienza acquisita possa trovare la soluzione più adatta alle proprie necessità. Come dall’esempio lasciatoci da Marconi, l’essenziale è provarci e sperimentare sempre.
Mosè Battocchio Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
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