![]() Visualizza Ingrandimento |
ARM n. 183 |
||
Prezzo:
€12.00
|
|||
pag. 6 STORY GIOVANNI BATTISTA MARZI
pag. 16 pag. 20 RADIOCURIOSITA'
pag. 24
pag. 30 pag. 32 GALLERY
pag. 40
pag. 45
pag. 48
pag. 56
pag. 60
EDITORIALE ARM 183
“Chi non sa da dove viene, non sa dove va, perché non sa dove si trova” Con questo numero di ARM ci apprestiamo ad aprire le porte a un nuovo anno. Come sempre avviene, si fanno pronostici e si stendono programmi, così in particolare per il 2024 che è stato pieno di importanti ricorrenze, di anniversari, di sfide e novità. Potrebbe dunque essere questo il momento per trarre anche delle conclusioni. Credo però che il condizionale sia d’obbligo. Mi auguro vivamente che tutte le iniziative messe in atto nel corso di quest’anno passato siano ciò che rappresenta la semina per “il buon seminatore”. Tutte le iniziative attuate coinvolgendo i diversi mezzi di comunicazione, voglio credere che con i giusti tempi porteranno un buon raccolto. Le tante ricorrenze celebrate e le iniziative intraprese e felicemente portate a termine hanno risvegliato entusiasmi e passioni che potevano sembrare assopiti. L’afflusso di pubblico riscosso alle varie mostre e celebrazioni si è dimostrato importante, così pure l’interesse dimostrato, tanto che sono portato a pensare al benefico venticello primaverile che sparpaglia a caso i pollini che vivificano in una miriade di forme diverse, piuttosto che ai freddi venti d’autunno che disperdono le foglie avvizzite. È stato detto: “Chi non sa da dove viene, non sa dove va, perché non sa dove si trova” che è come dire: “non si può essere attuali, gente del proprio tempo, se non si conosce il proprio passato”. Sono parole per l’anno che verrà, quelle che secondo la visione di un vecchio sognatore rappresentano un’idea di futuro pensato per un mondo che tanto rapidamente ci sta transitando verso nuove frontiere come l’intelligenza artificiale (A.I.). Le radici profonde di questa nuova tecnologia partono appunto dalle invenzioni di Guglielmo Marconi elaborate e sviluppate nel tempo. Mi piace in questo caso ricordare la definizione che il D’Annunzio fornisce a proposito della nave Elettra quando nel settembre del 1920 Marconi fece visita all’amico e alla città di Fiume: “l’Elettra, la candida nave che naviga nel miracolo e anima i silenzi eterei del mondo”. Personalmente preferisco pensare che più che alla nave, D’Annunzio, con lungimiranza e questa sua definizione poetica, si rivolgesse al Genio marconiano: oggi a oltre cento anni di distanza l’etere si riempie di suoni, voci e anima le azioni. Incredibile!
Mosè Battocchio Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
|
|||